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In Valsugana il Brenta aveva allagato il fondovalle e la stessa cittadina di Borgo.

 

I suoi affluenti, soprattutto quelli di sinistra che scendono dalla catena del Lagorai e dal massiccio di Cima d’Asta, fecero scempio ovunque passavano.

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50° dell'alluvione a Borgo e in Valsugana

La Chieppena si avventò su Villa come una “valanga d’acqua” spargendo per tutta la campagna il suo carico di enormi massi di granito. la chiesa parrocchiale di Villa, dei Santi Fabiano e Sebastiano, venne traforata da questi massi mentre il campanile romanico ne trattenne l’urto. Un’enorme masso, denominato Sasso Marotti, del volume di 800 mc., venne abbandonato dalla corrente poco a monte dell’abitato di Strigno. La sua distruzione con gli esplosivi impiegò gli operai dell’ASSM per una settimana.

 

A Strigno il Cinaga, che attraversava l’abitato in una canalizzazione sotterranea, invase il centro del paese causando gravissimi danni. A Grigno i potenti muraglioni di difesa resistettero. Gli allagamenti si ebbero più a valle, dove ruppe gli argini assieme a quelli del Brenta inondando il fondovalle.

La Chieppena e il Grigno sopra tutti. Il bacino del Torrente Chieppena è di modeste dimensioni, ma scorre con corso molto ripido attraverso potenti depositi alluvionali nella fascia a contatto fra i graniti di Cima d’Asta e le rocce sedimentarie del Lefre. nella parte superiore, in prossimità del ponte Gallina, il torrente era stato sistemato con la costruzione di briglie e di drenaggi, per fermare il movimento verso valle di una estesa lama. Nel corso dell’alluvione, le briglie e il ponte vennero distrutti ed il torrente si approfondì di vari metri nei depositi alluvionali. Villa e Agnedo dovettero essere evacuati.

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